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Imprinting relazionale: il DNA non basta

Imprinting relazionale, una traccia su cui si sviluppano i nostri schemi di apprendimento. Il DNA risponde a questo imprinting definendo in base ad esso il proteoma, cioè quel corredo di proteine che non solo ci strutturano ma ci fanno anche agire, insomma creano la nostra personalità. Ma il DNA non basta! Immagina di guadare dentro al DNA con un potente microscopio . La prima cosa che vedi è una matassa che si chiama cromatina. È una specie di gomitolo di filamenti intricati stretti stretti fra loro, che si chiamano cromosomi. Se guardi attentamente, ogni cromosoma è in realtà un mosaico di tasselli messi in fila. La nostra idea di un DNA a nastro doppio intrecciato ad elica è tanto valida quanto l’idea tolemaica di una Terra piatta! I pezzi del mosaico che compongono un cromosoma si chiamano geni. Di nome e di fatto, perché i geni sono intelligenti, tanto che tra loro alcuni fungono da regolatori di altri. In qualsiasi momento tu voglia fare questo viaggio immaginario nel tuo DNA, potrai trovare gli stessi geni accesi o spenti  a seconda che siano in funzione o no. Perché i geni hanno una “mission”, cioè servono a produrre proteine. Per farlo hanno bisogno di un comando. Il comando parte quando c’è bisogno di questa o quella proteina. E dato che le proteine ci servono per “fare qualcosa” dipende tutto da che cosa dobbiamo fare. Respirare? Mangiare? Dormire? Trovare l’amore della nostra vita? Accudire ai figli? Ce l’abbiamo: una proteina può farci sopravvivere, vivere meglio o trasformare la nostra vita.

I geni, master and commander

Hai capito il meccanismo? C’è un bisogno, parte il comando, i geni  regolatori attivano i geni trascrittori (generalmente liberandoli da una sorta di blocco), i quali “scrivono” la proteina su un nastro, l’RNA. Fuori dal nucleo i ribosomi la assemblano e quando tutto è pronto la cellula la butta nel sangue, da dove raggiunge il suo bersaglio. È così che ci ritroviamo a tirare il fiato, a digerire le lasagne, a sedurre il partner, ad allattare nostro figlio.

Un esempio

Ti faccio un esempio molto semplice: immagina di essere  a digiuno da un po’, il livello di energia si sta abbassando e i parametri biochimici del sangue si modificano. Segnali per il corpo, che li interpreta come “bisogno di mangiare”. L’ipoglicemia  è un comando chiaro: “ Cari geni, è ora di accendervi e trascrivere per la proteina Dopamina!” (Sì, proprio quella del piacere). Così vai subito a cercare cibo per gratificarti. Ti alzi dal letto, fai qualche flessione, prepari la colazione. Siedi a tavola e mangi quel che ti piace. Stai bene, energia al top, sei anche contento e tutto ti sembra più facile. Buongiorno, dopamina, e grazie, cari geni! Ecco, il punto è: il DNA non basta, ci vuole l’ambiente per farlo funzionare!

DNA e proteoma, format della personalità

Tutte le nostre azioni sono frutto di questo meccanismo per cui quel che facciamo soddisfa un bisogno rilevato dal corpo. Vale per qualsiasi bisogno, anche per il più nobile e spirituale. Senza un corpo che rileva e interpreta  i nostri bisogni, non ci sono azioni. Il corpo e il DNA: che relazione intima! Il corpo comanda i geni fintanto che il circuito non si inverte e le proteine comandano il corpo. Oggi la scienza interpreta l’insieme delle proteine caratterizzanti come un corpo unico, e lo definisce proteoma. È di fatto un organismo nell’ organismo da cui dipende la nostra personalità (chi siamo) e il nostro comportamento (che cosa facciamo).https://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2005/11_Novembre/10/proteo5.shtml

Fare o non fare: questioni di principio

Senza un bisogno non c’è azione, sembra così. Di solito agiamo e basta, senza chiederci che bisogno ne abbiamo. Riflettere sui nostri bisogni ci serve per scegliere come agire al meglio, esercitando più consapevolmente  il libero arbitrio. Siamo abitudinari, poco inclini alle novità: ci piace risparmiare energia. Allo stesso tempo agogniamo ad esplorare nuove vie: ci piace accumulare esperienze. Sia il principio conservativo che quello evoluzionistico valgono tanto oro quanto pesano! Il DNA è abituato a fare sempre le stesse cose: ognuno di noi ha la sua personalità e il proteoma ha un suo target. Sei una persona attiva intraprendente e curiosa? I tuoi geni la sanno lunga sul produrre tiroxina e testosterone. Sei pacifica e riflessiva, ti piace stare a casa e accudire alla famiglia? Il tuo DNA è affezionato agli ormoni dell’attaccamento, ossitocina melatonina serotonina.

Il DNA non basta

Hai capito che il DNA di per sé non basta: ci vuole un segnale esterno che lo metta in funzione. Possono essere segnali abituali o anche segnali nuovi, dipende dall’ambiente dove vivi. Vivi in un ambiente piatto e monotono? Il tuo proteoma  (e anche tu) rimane quello di ieri, dell’altro giorno, dell’anno scorso. Vivi in un ambiente stimolante e sfidante? Il tuo proteoma diventa più ricco e vario (e anche tu). Nel primo caso vivi, nel secondo evolvi. Scegli: è un diritto di nascita! L’occasione per cambiare il tuo proteoma ce l’hai sempre ed ogni momento è quello buono per potenziarlo. Ma c’è un’occasione imperdibile, che batte tutte le altre, tocca a tutti ed è veramente decisiva: la nascita.

Imprinting relazionale

Quando nasciamo, e finchè siamo piccoli, il proteoma ha il suo momento di massimo fulgore. È il momento magico dell’imprinting relazionale, che condizionerà la nostra personalità per tutta la vita. Nell’infanzia siamo al clou del  nostro bisogno, straordinario, di crescere. Il corpo è pronto per accogliere una marea di stimolazioni ambientali. Ai  cinque sensi specifici ancora imprecisi se ne aggiungono altri profondamente connessi con la nostra Essenza originaria. La personalità è plasmabile come una creta. È il momento esaltante in cui può nascere un’opera d’arte, se abbiamo Michelangelo dalla nostra parte. Il più delle volte il Michelangelo di turno è la mamma. Quello che può fare lei per te, nessun’ altra persona potrà mai farlo. L’imprinting relazionale, e cioè come ti rapporterai con il resto del mondo, e persino con te stesso, dipende dal contatto che si innesca con lei proprio adesso.

Una persona no stress

È il contatto umano per eccellenza. Ossitocina, attivazione del sistema THOMAS (attaccamento al caregiver mediato dall’ossitocina): oggi sei un neonato che può guardare sua madre negli occhi e trovare in lei il suo alleato leale, domani sarai una persona fiduciosa in te stesso come negli altri. Oggi rafforzi i tuoi neuroni a specchio per formare lo zoccolo duraturo delle tua empatia,  domani sarai una persona simpatica e socievole. Oggi ti nutri al seno stando a contatto con la pelle della mamma, cullato dentro una coperta di amore puro, domani potrai avvicinarti ad un estraneo sentendolo comunque un tuo pari. Oggi l’abbraccio materno ti gratifica e dormi sonni tranquilli, domani sarai adattabile e resiliente, una persona no stress. L’imprintig relazionale: come è andata a te? Se fosse andata diversamente oggi come saresti? http://dottsilviacalzolari.it/carezza-crescere-bene/

Si può rinnovare l’imprinting relazionale?

Comunque sia andato il tuo imprinting alla nascita, il bello è che puoi ri-nascere in una specie di “magic day” che può essere anche Oggi. Ti do questo spunto: prenditi un giorno di ri-nascita ogni tanto. Fai come se non avessi mai visto l’alba. O come se non avessi mai mangiato una mela. O annusato il profumo di un fiore, toccato la terra, sentito il vento sulla pelle. Un giorno di ri-nascita è gratis, salvo un piccolo impegno iniziale per aprire gli occhi come risvegliandoti da un lungo sonno. Prenditi il tempo di trovare nelle persone vicino a te una qualità mai vista prima. Raccogli i feedback  del tuo giorno di ri-nascita e reimposta le tua relazione con te stesso e con il mondo. Se sai di poterlo fare, lo farai. Perché la conoscenza ti rende libero. L’ha già detto qualcuno?(Giovanni, 8-32)