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Relazioni difficili: gli specchi essenici dell’anima

Relazioni difficili: quando le relazioni interpersonali sono teatro di profondi turbamenti, di disagi emotivi, di comportamenti squilibrati. A volte le relazioni difficili si ripresentano nella nostra vita, come se non fossimo capaci di gestirle. Perché ci capita di avere a che fare con persone che ci pongono sempre gli stessi problemi? Quante volte succede che una persona ci maltratti? O che  riversi su di noi la sua rabbia o la sua paura? O che ci soffochi con la sua ansia? Relazioni difficili che cerchiamo di gestire meglio che possiamo; eppure capita che ci ritroviamo quanto prima alle prese con relazioni più o meno analoghe. Una sorta di gioco del destino o c’è qualcosa sotto? Secondo un’antica teoria esistenziale, quella degli specchi essenici, le difficoltà che troviamo nelle relazioni interpersonali riflettono in realtà dinamiche emozionali personali e profonde. Il ciclico ripresentarsi di relazioni difficili, analoghe tra loro, può avere un significato positivo, rappresentare cioè l’opportunità di risolvere i nostri disagi interiori, i conflitti emozionali, i giudizi castranti, le credenze limitanti. Se ci ritroviamo sempre nelle stesse relazioni difficili potrebbe voler dire che abbiamo bisogno di sperimentarci proprio in quelle. Lo scopo? Conoscerci meglio, comprendere la nostra autentica natura. Il tutto per realizzare potenzialità che non sospettiamo nemmeno di avere, per fare qualcosa di buono e di speciale che corrisponda al senso della nostra vita. Autoconoscenza per la mission e la vision, si potrebbe dire nell’ambito delle discipline motivazionali. Anche la filosofia del medico inglese Edward Bach , oggi messa in pratica nella disciplina della floriterapia, si sviluppa intorno al tema della “lezione di vita”: tutti abbiamo da imparare qualcosa su di noi attraverso esperienze relazionali che ci aiutano a svolgere il filo della nostra missione terrena. Le relazioni che ci fanno maturare sono spesso difficili proprio perché avvengono fuori dalla nostra zona di confort, quell’ ambito della vita in cui ci sentiamo forti e capaci solo perché lo conosciamo bene. Tutte le volte che vogliamo imparare cose nuove, entriamo in una zona di sfida e andiamo incontro all’ignoto e all’incerto. Ci sentiamo turbati, entriamo in crisi: è il prezzo da pagare per sviluppare la maestria. Davanti alle difficoltà possiamo scegliere di avanzare o battere in ritirata. Nel secondo caso può accadere che le situazioni si ripresentino e molto spesso sono proprio le relazioni interpersonali a fare da campo di pratica della nostra crescita personale. Anche le neuroscienze hanno un punto in comune con l’antica saggezza essenica:  gli studi neurologici hanno dimostrato che gli altri ci fanno da specchio. Con la scoperta dei neuroni specchio Rizzolati e coll. hanno scritto un capitolo fondamentale sulla relazione interpersonale come una delle massime espressioni della coscienza umana. Dalla filosofia alla pratica gli specchi essenici ci forniscono importanti chiavi di lettura per vivere bene le relazioni e trarre il massimo beneficio da esse. L’Autore Gregg Braden ce la fa conoscere con il suo abiltuale mix di scienza e spiritualità: http://www.stazioneceleste.it/articoli/braden/7_specchi_esseni.htm Il primo specchio è quello fondamentale e riguarda il presente percepito, la realtà così come ci sembra. Il presente che viviamo è lo specchio di chi siamo. La fisica quantistica ci suggerisce di concepire la realtà come qualcosa di relativo alla nostra interpretazione, non come una verità assoluta. Percepiamo il presente attraverso il complesso sistema corpo-mente in una dimensione limitata allo spaziotempo lineare. Quello che crediamo sia reale, rappresenta la realtà che agiamo. Ci comportiamo in base a ciò che percepiamo in modo molto soggettivo, richiamando alla mente contenuti del tutto personali. Anche le situazioni in cui veniamo a trovarci sono una creazione nostra: secondo certe teorie fisiche l’universo stesso è frutto della mente creatrice che osserva se stessa. Se ci troviamo sempre nelle stesse situazioni è perché vogliamo trovarci proprio lì: sono situazioni di cui in un certo senso abbiamo bisogno per confrontarci con la nostra natura. Noi stessi creiamo quelle situazioni allo scopo di sperimentarci ad un livello sempre più alto e complesso. Il fatto di non affrontare certe relazioni,  di sottrarsi ad esse o di comportarci in ugual modo comporta la “necessità” di riproporre analoghe situazioni. per vivere le relazioni in modo efficace alla nostra crescita personale possiamo interrogarci spesso su di esse, esercitando la nostra funzione di coscienza. Un esempio: “contraggo spesso relazioni con persone arrabbiate che mi fanno star male: mi domando quanta rabbia io comunico agli altri?”. Una domanda aperta facilita l’autoconsapevolezza e aiuta a capire che quella particolare relazione ha un significato importante: mi serve per abbattere la mia rabbia, se mi comporterò in modo gentile e rilassato. Gli effetti sugli altri si vedranno subito: anche loro diventeranno ben presto più gentili e disponibili. Si tratta di spostare il focus dagli altri a se stessi. La coscienza umana è la vera magia dell’universo: che sia saggezza antica o scienza moderna l’importante è che sia verificabile nella vita di tutti i giorni. Un esercizio pratico basato sulle domande di coaching per sperimentare il valore degli specchi :
  • richiama alla mente una tipo di relazione che tende a ripresentarsi
  • quali contenuti ti vengono riportati continuamente?
  • C’è qualcosa di cui non vuoi renderti conto?
  • Che cosa ti colpisce di più di quel tipo di relazione?
  • Che conseguenze ha in pratica nella tua vita?
  • Come l’hai affrontata finora?
  • Come ti piacerebbe poterla affrontare?
  • Qual è il primo passo che potresti fare per farla andare diversamente?
Scrivetemi, se volete, delle vostre relazioni difficili. Un confronto è sempre un’occasione per “fare coscienza”.

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