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Emozioni e coaching: un dialogo con l’Anima

“Dobbiamo imparare ad organizzarci nella vita assumendo solo e soltanto la nostra Anima come aiuto e guida”: questo è il messaggio di Edward Bach, il medico inglese che nei primi decenni del 1900 aprì la strada ad un sistema di cura per il riequilibrio delle emozioni, basato sull’ informazione regolatoria vibrazionale (che oggi definiremmo neuroquantistica) e noto ai più come floriterapia (vedi dell’Autore Le opere complete-Macro Ed.). Un messaggio profondo e allo stesso tempo pragmatico, quello di Bach, che oggi potremmo definire di tipo “eudaimonico”, riferendoci ad un concetto di felicità naturale e virtuosa espresso da Socrate ed Aristotele fino a Fordyce e agli esponenti della psicologia positiva. Molti medici hanno accolto e praticato la filosofia di Bach, utilizzando gli elisir floreali per trattare il disagio emozionale e le disfunzioni psicofisiche ad esso correlate, spesso integrandoli in protocolli di cura sia omeopatici sia allopatici.

Il daimon, la voce interiore, la coscienza umana (vedi A. Damasio,”L’errore di Cartesio”) si possono identificare con l’Anima di cui ci parla Edward Bach? Certamente un comune denominatore tra questi termini lo possiamo ritrovare oggi proprio nel vasto panorama neuroscientifico: noi siamo Personalità, un organismo agente in un determinato spazio-tempo, quantistico e non, in un ambiente che funge da palcoscenico per le nostre gesta. La Personalità è l’identità mossa dalla ricerca di un senso e significato che diventa Essenza, quando c’è una comunicazione efficace tra tutte le sue parti: corpo, mente e spirito.

Ma come fa l’Anima a esserci “di aiuto e guida”, come sostiene Bach? Ciò presuppone che ci sia un dialogo tra personalità e anima e che le nostre azioni siano comunque influenzate da qualcosa che “muove da dentro”(il che richiama dal latino e-movere la radice del termine emozione). Emozione: ciò che viene fuori, muove da dentro, vigorosamente, impetuosamente, irrefrenabilmente e che proprio per questo scuote il nostro essere e ci cambia. Per capirci propongo questa equazione:

E:M=S:C l’Emozione sta alla Mente come la Sensazione fisica sta al Corpo

Come una stimolazione sensoriale produce un cambiamento dello stato fisico, così l’emozione attiva il processo mentale e condiziona stati mentali (o d’animo che dir si voglia); non c’è pensiero senza emozione, non c’è logica senza sentimento, ci dice oggi la ricerca neuroscientifica grazia ad Autori di fama mondiale come A. Damasio, J. LeDoux, D. Goleman, alcuni tra i tanti. L’emozione costruisce il nostro modo di pensare e di comportarci, dunque è venuto il momento di lasciarci alle spalle l’annosa questione del difenderci dalle emozioni, minimizzandole, ignorandole o demonizzandole. È il tempo della responsabilità e della consapevolezza, quindi dobbiamo accogliere, accettare, vivere fino in fondo le nostre emozioni, comprendendole e imparando dalle esperienze che esse stesse ci portano a fare.

C’è un’intelligenza emotiva che va sviluppata, ce lo dice la scienza, come già ce lo aveva suggerito Edward Bach dal 1930 al 1936, gli anni della sua ricerca clinica, scientifica e umanistica più importante: si tratta di un’intelligenza che trascende nel contesto interpersonale e sociale e contribuisce all’espansione della coscienza. (S. Calzolari, “L’espansione della coscienza”, Tecniche Nuove). Cortecce cerebrali nobili come quelle dei lobi prefrontali integrano i contenuti emozionali delle nostre esperienze, soprattutto a livello dell’insula, elaborando memorie sui calchi emotivi delle nostre imprese, costruendo la nostra storia e permettendoci di riconoscerla come “nostra” e di riprodurla raccontandoci (Sé autobiografico). Trasformiamo le emozioni in comportamenti coerenti al nostro essere: è questo che l’Anima di Bach ci aiuta a fare? Certamente sì: tutto il sistema della floriterapia si basa sulla gestione emozionale con l’aiuto di frequenze vibrazionale regolatorie che ristabiliscono la relazione efficace tra le parti che compongono la Coscienza Superiore (per Damasio sono identificate nel Protosè, Sé nucleare e Sé autobiografico).

Ciò che l’anima ci aiuta e ci guida a ricercare è la relazione efficace tra noi e il mondo in modo che possiamo fare esperienze costruttive cariche di senso e significato per il nostro essere.

L’esigenza di organizzarci nella vita, di cui Bach ci parla, è forte ed attuale, ci coinvolge tutti: “andare a caso” nella vita non ci serve, come non serve ad uno studente affidarsi alla sorte per superare gli esami e arrivare alla laurea. Un metodo moderno che aiuta l’Anima ad aiutarci, e che ci può servire parecchio, è il coaching. Le emozioni sono al centro della narrazione del coachee (il cliente) in una fase pre-obiettivo, in cui lo spazio-tempo relazionale è gestito dal coach per aiutare la persona a ritrovarsi, a conoscersi di più, ad accettarsi e a motivarsi. Chi sono, che cosa voglio, dove vado e perché sono domande che trovano riposta nella composizione di immagini mentali che partono dallo stimolo emozionale.

Grazie alla paura, alla rabbia, alla tristezza: grazie perchè siete madri dei nostri ragionamenti e dei nostri modi di fare, grazie perché, come tutte le madri, il vostro compito non è quello di determinare come i figli agiscono, ma è piuttosto quello di motivarli ad agire, trovando prima o poi l’ottimale espressione ognuno del proprio Sé. Le emozioni sono voci dell’Anima, e come tali ci guidano nell’esperienza, ci danno la spinta a muoverci e a metterci alla prova. La nostra Anima ci aiuta e guida attraverso le emozioni che generano pensieri che generano azioni. Un ciclo di generazione che e-move , cioè muove da dentro perché possiamo relazionarci con un ambiente propositivo e positivo: il fine ultimo, la vision di tutti noi, è quello di lasciare una traccia di noi nel mondo come il mondo la lascia dentro di noi.

Perché tutto ciò sia possibile non possiamo andare a tentoni e avanzare al buio: bisogna accendere la luce della consapevolezza. Benvenuto al metodo del coaching nella nostra vita, nel nostro lavoro, nella nostra società, un metodo annunciato già da almeno mezzo secolo di storia e di cultura e oggi presente, concreto reale. Per queste sue qualità nella scuola Medicoaching abbiamo dato al coaching il respiro multidisciplinare che merita; c’è tanto spazio e tanto tempo per le emozioni, per i pensieri e per le azioni. Sappiamo l’Anima oggi ci chiede di aiutarla ad aiutare le persone, dando organizzazione, struttura e metodo alla coscienza. È quello che facciamo. E così il dialogo eudaimonico, caldeggiato da Edward Bach, grazie anche al contributo del coaching, ci porterà tutti verso un futuro denso di senso e significato essenziale.


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